Fili colorati per tessere legami

Urban Knitting – Al centro di socializzazione Il TRaGitto lavorare a maglia diventa un progetto di integrazione sociale
/ 18.04.2017
di Roberta Nicolò

Si chiama Urban Knitting e già da qualche anno sta impazzando per le città di tutta Europa. Nato negli Stati Uniti nel 2005, si è presto diffuso in tutto il mondo. Un movimento artistico o una moda? Probabilmente entrambi. L’idea è semplice: ricoprire alberi, biciclette, oggetti e arredi urbani con tessuti lavorati a mano a maglia o a uncinetto. Fare la maglia è un’occupazione che, fino a qualche decennio fa, alle nostre latitudini, si voleva squisitamente femminile, ma che storicamente era invece considerato appannaggio dell’uomo in quanto attività produttiva. Oggi, questa forma di street art, che contempla l’uso di materiali non tossici e che diventa anche un modo divertente per donare colore, vivacizzare e combattere il grigio delle metropoli contemporanee, appassiona giovani e meno giovani di entrambi i sessi.

A Lugano, il centro di socializzazione Il TRaGitto, ha fatto di più. Ha unito la filosofia di questa nuova forma d’arte con il bisogno di costruire relazioni umane e sviluppare momenti di vera e propria integrazione sociale. Fili di lana che si intrecciano per colorare gli spazi della città e intessere nuove amicizie. Gerda Pini, responsabile del progetto, ci ha raccontato come un’attività antica possa essere trasformata in un’occasione di moderna condivisione. «Non abbiamo inventato nulla di nuovo, lavorare a maglia è qualcosa che fa parte della nostra cultura e che si trova anche in moltissime altre culture del mondo. Il filato è retaggio comune. Noi da bambine si imparava addirittura a scuola a lavorare ai ferri, oggi non lo si fa più, ma questo movimento di arte urbana, l’Urban Knitting, lo ha letteralmente riportato in auge dandogli una nuova prerogativa, quella di unire le persone. Fili colorati che prendono vita per lanciare un messaggio alla comunità. Quest’idea ci è piaciuta molto. Al nostro centro di socializzazione vengono molte donne, madri soprattutto, provenienti da vari paesi. Eritrea, Siria, Iran. Ma anche dal Giappone e dall’Afghanistan. Tra le attività che noi proponiamo il lavoro di cucito ha uno spazio importante. Offre infatti occasione, ad alcune signore, di imparare un mestiere e di poter avviare una piccola attività produttiva. Il lavoro aiuta a sentirsi maggiormente integrati nella società e regala autostima. Lavorare insieme crea un ambiente sereno e rilassato nel quale le relazioni si sviluppano con maggiore facilità. È stato quindi naturale immaginare di poter coinvolgere donne, e perché no, anche uomini, in vere e proprie sedute di Urban Knitting. Un momento collettivo, finalizzato ad abbellire lo spazio che ci circonda e renderlo colorato e vivace. Un’attività da fare insieme per impreziosire il nostro quartiere. Ma è anche un momento nel quale possono avvenire degli scambi di competenze tra chi sa già lavorare a maglia e chi invece ha voglia di imparare. Facendo la maglia si possono, inoltre, scoprire elementi che accomunano e avvicinano i paesi. È stato interessante, per esempio, vedere che in Eritrea si lavora ai ferri con lo stesso metodo usato nella Svizzera Tedesca».

Il Comune di Lugano ha messo a disposizione di questa iniziativa un viale alberato a Cassarate, che si trova a pochi passi dal centro il TRaGitto. «Da qualche mese, all’interno del progetto Incontriamoci (un progetto attivo da alcuni anni e finalizzato a dare un sostegno a mamme e bambini), vengono organizzate delle mattinate per lavorare insieme a maglia e uncinetto. Gli incontri sono aperti a tutti. Si lavora a maglia regolarmente, approfittando di piacevoli momenti informali con un obiettivo condiviso, la realizzazione dell’opera. Durante il mese di aprile, inoltre, alcuni di questi momenti sono stati organizzati proprio nel parco a lato del viale che sarà addobbato, con l’obiettivo di rendersi visibili e coinvolgere altri abitanti del quartiere, passanti e frequentatori di questo spazio pubblico. Stiamo organizzando anche degli incontri in alcune case anziani. L’Urban Knitting è un linguaggio universale, che non fa distinzione di sesso, età o nazionalità. Non serve mediazione culturale per leggere l’opera e neppure per condividere il lavoro. È quindi adatta davvero a tutti. Il colore del filato e la fantasia di chi lo lavora raccontano una storia comune e ricordano il valore e il significato delle parole condivisione e pubblico – continua la signora Pini – alberi che diventano sculture e quadri allo stesso tempo, anche se per un periodo di tempo limitato. In Germania, paese che ha un clima simile al nostro, si è visto che la lana resiste circa cinque mesi prima di dover essere rimossa dal tronco. Ma per noi l’importante è il tempo passato a produrre insieme i tessuti di lana, quello che viene costruito in termini di relazione durante l’Urban Knitting non teme l’usura del clima. Soprattutto per le donne straniere poter instaurare dei legami amicali è molto importante. Questa attività condivisa è per loro un’opportunità. Lavorare al parco poi aiuta a prendere maggiormente contatto non solo con il territorio nel quale viviamo, ma anche con i vicini di casa, le persone del quartiere. Oggi spesso nelle città si perde la dimensione umana della vita. Tutto è frenetico e si presta poca attenzione a quello che ci succede intorno. Concedersi un momento di condivisione in uno spazio come il parco pubblico, per contribuire insieme ai nostri vicini ad un’opera d’arte collettiva per la città, può essere una bella occasione per tutti. E chi non si sente portato per il lavoro a maglia può dare il suo contributo offrendo lana e cotone» conclude Gerda Pini.

Sabato 13 maggio prossimo, al parco pubblico di Cassarate in Via Vicari, verrà organizzato un vero e proprio vernissage di inaugurazione. Il TRaGitto offrirà per l’evento un buffet dai mille sapori, con pietanze tipiche dei paesi più disparati. L’occasione di incontrarsi, conoscersi e gustare quanto preparato dalle partecipanti al progetto.